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Come leggere le etichette degli elettrodomestici

Dal 1998 una disposizione europea obbliga i produttori a indicare sugli elettrodomestici la classe di efficienza energetica di appartenenza. La scala per indicare l’efficienza energetica degli elettrodomestici oggi va dalla “A+++”, massimo livello di efficienza, alla “D”; tuttavia, si trovano ancora etichette con una scala dalla “A” alla “G”. In ogni caso, le scale sono formate da sette lettere ordinate alfabeticamente e a cui sono associate frecce di diverso colore che ne indicano graficamente i consumi; dal verde che indica gli apparecchi più virtuosi, al rosso che indica quelli più energivori. Nel futuro prossimo le etichette verranno aggiornate, ma intanto questi sono alcuni avvertimenti su come leggere quelle attuali.

Alcuni consigli per la corretta lettura dell’etichetta energetica degli elettrodomestici

Per prima cosa deve essere chiaro che le lettere indicano la classe energetica e non direttamente i consumi; la classe energetica informa rispetto ai valori di efficienza dell’elettrodomestico , ossia sulla capacità di utilizzare senza sprechi l’energia. Concretamente, questo significa che un frigorifero classe A+++ che consuma, ad esempio, 350 kWh, a fine anno, risulterà più economico ed efficiente di un frigorifero classe “C” che ne consuma 250. Tuttavia, un grosso elettrodomestico, per quanto di classe “A+++”, può consumare di più di un apparecchio più piccolo di classe energetica inferiore. Il primo consiglio quindi è di non farsi guidare solo dalle lettere, ma di guardare anche i kWh che consuma; una possibilità è utilizzare il servizio Genius offerto sul portale di Plenitude per calcolare Il Tuo Profilo Energetico.

Bisogna quindi stare attenti al consumo medio annuo. Sulle etichette questo valore è indicato sulla destra, ed è ricavato da test standard di laboratorio. Moltiplicando questo valore con il costo medio del chilowattora rintracciabile sulle bollette, è possibile stimare il costo annuale del futuro elettrodomestico. Non dev’essere infine dimenticato che, ad esempio, due lavatrici di classe “A” possono consumare quantità di energia molto diverse.

Un consiglio è quello di fare sempre i conti sul risparmio che un apparecchio di classe “A” può garantire non sul breve, ma sul lungo termine. Non è infatti una scelta economicamente razionale rinunciare a una lampadina Led che costa qualcosa in più rispetto a una lampadina a incandescenza, ma che riduce notevolmente i consumi e quindi i costi in bolletta. Sul medio-lungo termine la lampadina Led si ripagherà da sola. In questo caso è vero il detto: “chi più spende, meno spende”.

L’ultimo avvertimento è di non farsi distrarre dalle ultime informazioni presenti sulle attuali etichette energetiche . In fondo alle etichette, infatti, sono inserite informazioni generali sulle prestazioni dell’elettrodomestico che non riguardano direttamente i consumi elettrici. Sono informazioni utili per il compratore, che riguardano, per esempio, la rumorosità dell’apparecchio espressa in decibel o i consumi di acqua nel caso si tratti di un condizionatore.

Le etichette energetiche 2.0

Proprio per semplificare la lettura delle etichette e venire incontro alle esigenze dei consumatori, la Commissione europea ha stabilito che dal 2019 dovrà circolare una sola scala che andrà dalla “A” alla “G” senza la possibilità di introdurre altri segni. In futuro, quindi, spariranno tutti i “+” e si entrerà nell’era delle etichette energetiche 2.0. La proposta prevede anche l’inserimento di un QRcode leggibile attraverso smart-phone che consenta di consultare le altre caratteristiche energetiche del prodotto. Le nuove etichette semplificheranno la vita dei consumatori o creeranno ancora più confusione? Vedremo, in ogni caso saremo pronti a darvi nuovi consigli su come leggerle.

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